di Matteo Sicuro
Poteva essere un’altra incredibile sconfitta casalinga quella col Cosenza ma per fortuna Manneh, giovane talento troppo spesso “dimenticato”, ha raggiunto il pareggio a partita quasi conclusa.
Non è cambiato molto dal punto di vista della classifica perché il Lecce è, comunque, volato a + 6 e raggiungerlo e superarlo sarà sempre più difficile. Qualcuno parla ormai apertamente di play off accontentandosi del “brillante” secondo posto conseguito.
Non certo i tifosi rossazzurri che dopo gli amari bocconi ingoiati negli ultimi anni hanno sempre lottato, e lo faranno fino alla fine, per la promozione diretta, certa, perché di questa Serie C non ne possono più, non gli si addice e non vedono l’ora di lasciarla.
Chi la pensa in modo diverso e considera il Lecce “imbattibile” dimostra di non essere entrato in sintonia con i pensieri e gli obiettivi del Catania e di Catania e forse avrebbe fatto bene a considerare più accuratamente le tante proposte ricevute a luglio, anche da società di serie superiore, che non avevano queste ansie da risultato.
Catania le ha e preme giustamente per vincere sempre perché i nostri tifosi vivono tutti i giorni per la loro squadra, sono “malati” del loro Catania, soffrono e si sacrificano incessantemente e sono delusi e arrabbiati se le cose non vanno come dovrebbero.
Non possono applaudire anche le prestazioni opache, le scelte sbagliate e il non gioco di questa squadra. Anche ieri non hanno fatto mancare il loro incitamento, anche sullo 0-2, e solo a fine partita qualcuno ha espresso la sua disapprovazione e il suo rammarico. Con civiltà e moderazione, sia nelle curve che in tribuna.
Il tecnico a fine partita si è lasciato andare a dichiarazioni poco comprensibili manifestando apertamente le sue lamentele nei confronti di tutti: società, stampa e tifosi.
La società che ha messo a sua disposizione un organico di qualità e quantità, la stampa che ha mantenuto sempre toni moderati nelle critiche costruttive, difendendo a volte anche l’indifendibile, i tifosi appassionati e paganti che sono stati sempre presenti, in casa e in trasferta, con il loro calore ed loro entusiasmo.
Le vittorie che il Catania ha comunque conseguito, e lo hanno collocato al secondo posto in classifica, hanno finora “consigliato” di non mettere troppo in luce gli errori tattici, le scelte palesemente poco adeguate e l’insana voglia del tecnico di cambiare e sperimentare, sempre e a prescindere, con risultati spesso non soddisfacenti. Perché quando si vince e il campionato resta aperto è necessario remare tutti dalla stessa parte e puntare esclusivamente all’obiettivo comune, senza sollevare inutili polemiche.
È giunto il momento che chi di competenza dovrà valutare, con calma e ponderazione, una situazione certo non facile e decidere cosa è meglio fare per il Catania e il suo immediato futuro. Non sarà una scelta facile ma è assolutamente indispensabile.
E dovrà essere definitiva per poi continuare a lottare, tutti insieme, per il primo posto e non per altro. Le ulteriori, eventuali ipotesi le prenderemo, semmai, in considerazione solo dopo il 6 maggio con la classifica finale in mano.
Cerchiamo di non pensare più al Lecce e ai suoi risultati, pensiamo soltanto a vincere tutte le restanti partite a cominciare domenica prossima a Monopoli.
Niente di personale ma io, se devo scegliere, fra il Catania e Lucarelli scelgo, ovviamente, il Catania.
Forza Catania!
Personalmente credo che Lucarelli abbia confermato la sua incapacità nel leggere le partite e correggere in corsa gli errori di formazione e modulo che sono ormai una costante. A mio avviso il Catania ha una posizione in classifica che dipende esclusivamente dall’elevata qualità della rosa allestita sapientemente dal DS Lo Monaco, per questo motivo, considerato che sarebbe da sconsiderati affidare anche il prossimo anno la squadra a Lucarelli e tenuto conto che i play off possono essere vinti solo con un allenatore che sappia dare un maggior contributo, io sono dell’avviso che sia il momento di prendere un altro allenatore e non avere il rimpianto a fine stagione di non averlo fatto.
Nella peggiore delle ipotesi continueremmo a giocare come stiamo già facendo…